Ippocounseling | myself
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IPPOCOUNSELING
Nella pratica del counseling della Gestalt, la Gestalt ipporelazionale rappresenta un modo di
intervenire nella relazione di aiuto mediante il cavallo. Nel counseling della Gestalt l’impiego dei
mediatori artistici, per esempio, che possono essere la creta, la pittura, la scultura, il video, trova
ampio spazio nella ricerca di una nuova creatività, lavorando all’interno del processo della relazione
d’aiuto nel tentativo di ampliare il panorama esistenziale attraverso lo sviluppo della parte
analogica, presente in ognuno di noi ma spesso messa in sfondo rispetto alla parte digitale, presa
maggiormente in considerazione fin dall’età prescolare. La validità dell’impiego di questi mediatori
artistici è indiscussa, in quanto, facendo da tramite tra il mondo esterno e quello interno, il cliente
viene accompagnato nella presa in carico di parti di sè altrimenti difficilmente contattabili. Il
cavallo può essere considerato un mediatore, ma di un tipo veramente particolare, in quanto vivo e
molto sensibile, cioè in grado di contattare l’emotività di chi gli sta accanto ancor prima che la
persona stessa se ne renda conto, agendo di conseguenza.
Questo è il frutto di un’evoluzione basata sulla sopravvivenza della specie, ed essendo il cavallo un
erbivoro, e quindi preda, ciò lo porta ad essere particolarmente attento all’altro, soprattutto se per lui
potenzialmente pericoloso, e l’essere umano lo è, in quanto carnivoro e predatore, dato non
trascurabile in quanto leggibile anche solo dall’odore della pelle. Il cavallo quindi è ipersensibile
all’emotività trasmessa da piccoli movimenti, da contrazioni muscolari per noi irrilevanti, dal
respiro e dal battito del cuore, dalla tensione della mascella e dal tono della voce, tutti elementi per
noi più o meno trascurabili ma per lui un libro aperto sul potersi o meno fidare dell’essere umano e
di quello che gli sta chiedendo e possibile indice se è meglio reagire o fuggire ancor prima che
avvenga un attacco. Questo fa sì che il cavallo apra nuove finestre sul mondo interiore, cogliendo
semplicemente i suoi movimenti, i suoi cambi di umore, come dirette reazioni a un nostro stato
d’animo che, portato in figura, può dirci molto sul nostro modo di stare in relazione con l’altro
divenendo metafora, per esempio, della reificazione del nostro amore. Il cavallo si presta, a
differenza di altri animali domestici, a una notevole varietà di relazioni possibili, in quanto ci si può
avvicinare, incontrando un essere ben più grande di noi e potenzialmente pericoloso e che quindi
può incutere timore, ma con un pelo morbido e caldo e piacevole da toccare, due occhioni espressivi
e teneri, ci si può fare seguire a piedi ma ci si può anche fare portare da lui, salendogli in groppa e
instaurando una relazione quasi simbiotica, in cui, facendo delle sue gambe le nostre, si possono
acquisire doti di velocità, resistenza, salto, per noi inimmaginabili. La presenza del counselor nella
relazione fa sì che il cavallo diventi metaforicamente il trattino di unione: io faccio le mie
comunicazioni, l’altra persona fa le sue , io prendo atto di lui che fa le sue comunicazioni, lui
prende atto di me che faccio le mie, in questo caso l’altra persona fa le sue comunicazioni che
hanno un effetto non solo su di me counselor ma anche sul co-counselor, il cavallo, che comunica a
me l’effetto che gli ha fatto, e il tutto fa un effetto a me che faccio le mie comunicazioni. In pratica
il cavallo diviene uno spettatore di ciò che avviene e un consigliere che è lì con me nella relazione
e non può essere in alcun modo ingannato nel suo sentire in quanto molto più organismicamente
autoregolato di un essere umano, facendo così da cassa di risonanza di ciò che passa
energeticamente. Il Counselor è quella figura professionale che, entrando in una relazione di aiuto
con il cliente, gli dà l'opportunità di conoscersi meglio ed aiutarsi a ritrovare uno stato di benessere.
Per far questo il counselor può avvalersi di diversi strumenti, detti "mediatori", quello che io
propongo è il cavallo. In questa realtà, il cavallo è un ponte fra il nostro mondo interiore/emotivo ed
il mondo circostante, ci da l'opportunità di acquisire consapevolezza delle nostre emozioni e del

modo di relazionarci con gli altri. Questa consapevolezza permetterà di rendere le nostre relazioni
di qualità migliore. Con il sostegno e la disponibilità del cavallo potremo sperimentarci per
soddisfare il nostro bisogno di cambiamento.

Programma

18 giugno 2022 dalle 9.00 alle 17.00 con pranzo al sacco

(1) Alma Andaluza | Facebook

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